Grafologia e Semantica

L’analisi peritale dal punto di vista dei vari modi di raccontare.

di Francesco Faiello


Scrivi e componi.
Componi e tessi le tele di un racconto in un mare d’inverno, magari sotto un cielo piangente d’un mondo affannato e travolto da un insolito destino.
Può immaginarsi un modo di narrare senza l’utilizzo di figure retoriche? Sarebbe arduo, o comunque molto difficile, rendere un testo senza l’ausilio di immagini che rendono immediato il concetto.
Una frase sta nella fase retorica, quanto la retorica sta al concetto. Questo è l’assunto di molteplici certezze, di corollari ben espressi e temi probatori tutti interi, spezzettati solo dal volere trasmettere, ogni volta, spunti di questa o quella immagine che conferisce colori certi, idee chiare, sensazioni immediate.
Una scrittura, dunque, è tale e varia a seconda del contenuto.
Un testamento potrebbe rappresentare tranquillamente tutto il senso del proprio vissuto in cui si rispecchiano essenze, priorità ed affetti. Se si dovesse scegliere, probabilmente, la allegoria sarebbe l'immagine più immediata per rappresentare e significare il senso che ha avuto la vita per il testatore, al punto da porre l’accento su beni ed oggetti per legarli alle persone care. Per intenderci: l'allegoria è la figura retorica che utilizza Dante nella Divina Commedia. Attraverso di essa, infatti, viene proposta un'ampissima similitudine con la vita, fatta di incontri, di storie, di trame e percorsi sensazionali che l'individuo potrebbe compiere. Anche nel testamento, allora, almeno inconsapevolmente, vi è la rappresentazione di tutto l'impresso significato della esistenza del de cuius. Ed il grafologo deve sapere su quali aspetti, su quali argomenti deve concentrare il proprio lavoro, immergendosi nella concezione idealistica e pratica che chi ha disposto aveva.
Allegoria sta al testamento così come metafora sta alla firma. Quest'ultima, infatti, a ben pensare, rispecchia il modo in cui si vuole apparire, e non può non essere considerata, dunque, come la figura retorica più gettonata, dal momento che ciascuno rilascia, attraverso una riproduzione ideativa su un documento, il frutto dei meccanismi effettuati dal braccio e dall'avambraccio, per imprimere il significato che la propria persona dà a sé stessa, nella vita e nelle relazioni interpersonali.
Vedo, ad esempio, l'iniziale del mio nome esattamente nel modo in cui concepisco la mia persona: con più o meno prestigio, definirò la sua grandezza. Il modo in cui preciso o meno ciascun grafema letterale svela l'interconnessione con la necessità di apparire più o meno chiaro, in ciascuna relazione, lavorativa o meno.
Da ultimo, sottolineo il nome e il mio cognome? Sto imprimendo con abnegazione valore alla mia persona, sforzandomi per ottenere un riconoscimento. Questi ed altri milleuno elementi degni di nota meritano approfondimento per la decifrazione dei canoni volontari o incoscienti del sistema psico-motorio, e dunque grafico, di ciascuna persona. Fatto sta che la metafora, se si parla di figure retoriche, rappresenta bene l'individualizzazione del gesto grafico, fattosi riconoscimento.
Sigla, invece, vuol dire similitudine. "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" è il più famoso dei romantici accostamenti presenti nella letteratura contemporanea. La comparazione è espressa tutta dal "come", ovvero da quell'avverbio che trasfonde l'esatto gioco di equità. Non sempre si ha spazio, tempo e modo per rilasciare interamente la propria firma. Ed è così, allora che nome e cognome vengono sintetizzati in una o più maiuscole. Ecco la sigla, oppure la semifirma, cioè quegli assetti grafici comprensivi del minimo comun denominatore della propria vergatura. Il nome sta ad un'iniziale, il cognome ad un'altra. Sono un impiegato di banca, postale, un avvocato, un commercialista:
occorre vidimare più documenti al giorno, e preferisco non disperdere la mia energia scrivendo per intero. Mi avvalgo, allora, della semplificazione, immaginando che questa sintesi stia alla mia firma, esattamente come la similitudine rende più rapido ed istantaneo un messaggio proponendone semplificazioni.
Così, la semantica e, con essa, la narrativa, entra nel novero della grafologia, accostando preziosi concetti retorici alla scienza grafica. Allegoria, metafora, similitudine: scritto per intero, firma, sigla rappresentano ambiti narrativi, manifestandosi sotto aspetti rappresentativi della persona che traccia il filo grafico e narra, anche inconsapevolmente, di sé.